Pensiero di Dino Bertocco
Giacomo Valorz, un artista giovane (nato a San Bernardo nell’85), ma con già alle spalle un denso itinerario di progetti, sperimentazioni e produzioni di difficile inventariazione: non solo per la loro varietà, ma soprattutto perché la ricerca creativa che ne sta alla base, può contare sulla ricchezza di materiali che la val di Rabbi fornisce (dalle numerose essenze lignee al legno antico recuperato nei masi ristrutturati, dalla varietà di pietre e rocce ai diversi metalli semilavorati…) e su un vasto catalogo di “illuminazioni” con cui l’attività artistica sprigiona manufatti sempre caratterizzati dall’originalità.
C’è una sorta di inquietudine, che traspare dagli occhi indagatori dello scultore, che lo porta a rifuggire dalla serialità e ripetitività – che costituisce il canone artistico di molta parte degli “artigiani” gardenesi – e trovare
sempre ispirazione per nuovi progetti, sorretti, prima che dall’abilità manuale, dalla determinazione e dal vigore concettuale della ricerca.
Nel cospicuo curriculum di Giacomo ci sono episodi, partecipazione a mostre e manifestazioni, produzioni, che contraddistinguono e confermano tale originalità e “sincerità” espressiva: penso in particolare alla performance che l’ha visto – poco dopo il diploma in scultura all’Istituto “G. Soraperra” di Pozza di Fassa - vincere il Concorso “Statue di ghiaccio” svoltosi durante i Mondiali di Sci nordico in Val di Fiemme, od alla promozione dell’Associazione culturale solandra LE PECORE NERE, testimonianza della propensione al confronto ed alla contaminazione con altri generi ed artisti in grado di sollecitare curiosità e cooperazione.
Ma è nella molteplicità delle relazioni, frequentazioni e collaborazioni, che la curiosità e la ricerca artistica trovano un motore potente che portano Giacomo Valorz ad operare in “luoghi mentali” diversi ed a sperimentare molteplici realizzazioni.